Ricordo ancora quando nel 2004 uscì anche nelle nostre sale Night Watch, I Guardiani della Notte, film fantasy horror russo diretto dal signor Timur Bekmambetov, kazako. Ora, non ricordo quasi nulla del film, mi pare fosse piuttosto debole, ma ricordo che c’era un po’ di agitazione nel mondo del cinema dei Giusti. Il motivo era semplice: per la prima volta guardavamo alla Madre Russia come patria dei film coi mostri e le mazzate. Per la prima volta potevamo liberarci dal giogo culturale egemonico degli ‘merigani e farci conquistare da un nuovo modo di fare action o horror. Un cinema nuovo, innovativo, libero, creativo.
Il signor Tiziocaio Bekmambetov ci tiene ad essere sinonimo di novità e rivoluzione.Nel corso della sua carriera, oltre a dirigere poi filmoni più o meno grossi negli States, come Wanted (quello tratto dal fumetto di Mark Millar), Abraham Lincoln: Vampire Hunter (che palle) e il remake di Ben Hur (che non penso abbia visto nessuno al mondo, ma tipo che forse non se l’è visto manco lui, il signor Tadzio Bekmambetov), ha prodotto dei film che avevano la pretesa di essere – pim, pum, pam – rivoluzionari. Ricordate la rivoluzione portata da Apollo 18, il found footage girato sulla luna? Roba sua. Ricordate la rivoluzione portata da Hardcore Henry, la zarrata tutta in soggettiva? Sempre roba sua. E adesso? Adesso è il tempo dell’internet.
Il signor Tinder Bekmambetov ha prodotto Unfriended: Dark Web, quell’horror tutto su Skype, seguito di quell’altro horror tutto su Skype del 2014. Questa è la nuova rivoluzione cinematografica che sta cavalcando il signor Trimone Bekmambetov: film tutti girati nel di dentro dei computers.
I più attenti di voi si ricorderanno di un precedente piuttosto importante, Open Windows, filmetto girato da Nacho Vigalondo con Elijah Wood e Sasha Grey. Scopro adesso mentre scrivo queste righe che sia il primo Unfriended sia Open Windows sono del 2014. Uhm, la questione comincia a farsi interessante. Chi è arrivato prima? Grazie all’internet scopro che Open Windows è stato presentato il 10 marzo del 2014 al South By Southwest mentre Unfriended il 20 luglio 2014 al Fantasia Festival. Per cui la rivoluzione del signor Timballo Bekmambetov, arriva con quattro anni di ritardo e con un seguito di un film che era arrivato secondo. Non male.
Comunque, stando a qualche intervista letta in giro, pare che il signor Tintin Bekmambetov abbia pianificato una ventina di titoli di film tutti girati nel di dentro del computer. Non so se vi rendete conto? Venti film di gente che sta su Skype o su Facebook. Madre mia, che rivoluzione. Il secondo film di questa serie si intitola Searching ed, attenzione alla notizia sconvolgente, il primo film mainstream ad avere come nome più grosso sul manifesto quello di un attore asioamericano, il nostro amico John Cho! Che rivoluzione, amici!
La storia è questa: John Cho è David Kim, un padre vedovo con una figlia adolescente. Una sera la figlia non torna a casa. Dopo un po’ David si rende conto che sua figlia non è rimasta a casa della sua amica, non è in gita fuori città e non è neanche a lezioni di pianoforte, come dovrebbe. Non risponde al telefono e non ha il numero di nessuno dei suoi amici. E quindi cosa fa per cercarla? In preda al panico chiude il suo pc (Windows = roba di papà) e apre il laptop della figlia (Mac = computer dei giovani). E comincia a cercare indizi, tracce nella cronologia della figlia, nei suoi vari account social. Tenta di mettere insieme i pezzi, un po’ come le briciole di Pollicino. Prima entra nella sua posta, poi nell’account facebook, instagram, tumblr. Poi si crea un file excel in cui mette tutti gli amici della figlia, li contatta e chiede loro se sanno qualcosa. Ad un certo punto si arrende all’evidenza: a sua figlia è successo qualcosa. Forse è scappata di casa. Forse è stata rapita. Forse… No, non si può neanche pensare. A questo punto David si decide a contattare (sempre su FaceTime) la Polizia e comincia a lavorare insieme a un’investigatrice.
Impossibile dire di più di questo film per non rovinare la sorpresa. Searching è infatti di base un buon thriller con un bel po’ di colpi di scena che però, per essere rivoluzionario, si mette in testa di dover fare tutto tramite schermi del computer. Prendiamo l’inizio del film. Si parte dal classico panorama del desktop Windows, si apre una cartella e la si nomina Margot, il nome della figlia, e poi si mettono dentro un po’ di foto: David e la moglie incinta, la foto della prima ecografia, la moglie in ospedale dopo il parto, il primo dentino, ecc.. Poi è il momento dei video casalinghi con le feste in casa, le recita scolastiche della figlia e via dicendo. Poi una mail di una dottoressa che ci informa che gli esami del sangue della moglie non sono proprio splendidi e allora si apre il calendario e si segna l’appuntamento. Insomma, sedici anni di storia di una famiglia sintetizzati in una decina scarsa di minuti, attraverso il loro utilizzo del computer. L’effetto è divertente, funziona, ma l’impressione di stare guardando un nuovo spot pazzesco di Windows è dietro l’angolo. E la domanda sorge subito spontanea: si può fare un film tutto così senza rompere le palle a metà?
La risposta è: “meeeeeeeeeh”. Mi spiego meglio: Searching è sicuramente scritto meglio e girato con più attenzione rispetto ai due Unfriended o a Open Windows. È divertente, lo si guarda senza mai sbadigliare e, anche se ha un po’ una fine di merda, si merita qualcosa in più della sufficienza. Tutto quello che fa John Cho sul computer è comprensibile e realistico, ma dopo un po’, per forza di cose, si avvertono delle forzature e il rischio è sempre quello: rispettare questa regola autoimposta del “tutto sul computer” risulta un limite anzi che un punto di forza. L’impressione è che ci si sforzi da matti per trovare un escamotage anche solo tangenzialmente plausibile per far credere allo spettatore che in quel momento quello che sta guardando sta succedendo sullo schermo di un computer. Capisco che la tentazione per chi gira sia quella di fare un film al 100% su uno schermo, ma forse non è così necessario, no? Soprattutto se ad un certo punto cominci a barare facendomi vedere uno schermo su cui c’è un notiziario in streaming, all’interno del quale ci sono degli attori che recitano in esterna. Eddai. La cosa può migliorare: stiamo a vedere cosa succederà nei prossimi DICIOTTO film prodotti da Tirzan Bekmambetov.
DVD-Quote:
“Un thriller che vorrebbe essere tutto rivoluzionario”
Casanova Wong Kar-Wai, i400calci.com
18 film cosi fa venire i brividi.
E ‘sta cosa l’avevano già fatta in Modern Family, in un episodio del 2015:
https://en.wikipedia.org/wiki/Connection_Lost
” The episode received positive reviews from the critics, with many praising the original concept”. Original concept. Nel 2015
Però per un episodio di una serie tv da 22 minuti andava benissimo, anche perché di quei 22 ce ne vogliono 5 per realizzare che cosa stai guardando, il resto è tutto talmente veloce che rimane sempre godibile. Non hai bisogno dei tempi morti fisiologici di un lungometraggio.
La trama dell’episodio in questione trattava proprio della scomparsa della figlia
Tra l’altro!
Questo mi ispirava ma le recensioni troppo positive mi allarmavano. Tutti i film girati con questo escamotage mi hanno sempre triturato le… aspettative. Anche quello di Vigalondo era pesantuccio. Gli horroretti erano demenziali, con questa gente che si agitava tutta davanti al nulla. Ancora ci rido. Mi confermi i miei dubbi.
Ma sai che me l’hai venduto? Ed è un film che non avrei MAI pensato di voler vedere, in nessuna condizione immaginabile.
questo non mi ispira, ma Hardcore piaciuto da matti… e pure il video musicale fatto alla hardcore, non ricordo il titolo..tipo “biting elbow” una roba del genere.
Credo fosse smack my bitch up dei Prodigy
le famose denunce di scomparsa-persone fatte da casa e le famose adolescenti che lasciano le password di tutto a portata di mano
Senegal, sbilanciati su Apostolo che ti aspetto al varco.
madonna che ansia da prestazione ora. Giurin giurella che appena lo vedo, ti dico
Cosa vuoi che ti dica, dopo “finirete a sfamare gli sceicchi del terrore con acini d’uva sdraiati su morbidi tappeti persiani” non vedevo l’ora di interagire.
Sì va beh me pare mmeh. Rispetto a sto filmetto e a quell’altra cagata di Guardians la Russia c’è altrove e per me è una grande meta dei filmoni action e/o avventura che l’ammeriga сука.
Tanto per citare Salyut, Spacewalkers, Metro e altri vari sparsi anche horror, cazzo epica, epica anche spicciola e sfracellamenti dappertutto. Daje Russia.
leggendo la recensione mi è tornata con fastidio la sensazione di completa sfiducia per l’umanitá che provai all’epoca in cui andai (pagando eccheccazo) al cinema a vedere l’altrettanto rivoluzionario film “il cartaio”, me possino…
Madó io già sto 10 ore minimo sull’internet per lavoro, il resto ci rimango per cazzeggio e ovviamente per leggere i400calci, mo se pure per vedermi un film (che guardo sull’internet) devo stare NELL’internet è la fine. Unfriended l’avevo visto, simpatico poi anche andiamo oltre.
In russia dovrebbero fare un bel film sulle auto.
Il Fast & Furious russo potrebbe essere potenzialmente un Capolavoro.
Anch’ io non ricordo quasi nulla de “I guardiani della notte”! o-O XD